Si tratta di me, non della terra.
Mi approprio di questa frase famosa, presumibilmente pronunciata da un
Galileo abiurante dinanzi all’Inquisizione, perchè mi sembra la più adatta per
descrivermi.
Sono stato assente dal blog per una decina di giorni, non perchè non
avessi più storie da raccontare, ma semplicemente perchè volevo vedere cosa
accadeva allontanandomi un pò dalle
scritture seral-notturne.
Non molto è accaduto, per rimanere in una confortante superficie.
Ma, andando verso il fondo, non posso dire che sia rimasto tutto
immobile, anzi, qualcosa si è mosso.
Un amico caro, un fratello per dirla tutta, ha deciso di cancellarsi
come follower. Il perchè lo sappiamo io e lui. Dico solo che non ti capisco,
così come sicuramente non hai capito me. Ma fa niente. Questo "fattarello" non cambia nulla tra di noi.
Poi, una persona sconosciuta - almeno dal nome, che è chiaramente uno
pseudonimo - si è aggiunta come membro.
Provo ad immaginare chi tu possa essere, ma magari sono fuori strada.
Le ipotesi affaticano la mia immaginazione,
anche se solo marginalmente.
Ok, non divaghiamo, si parlava di me.....
Riavvolgo il nastro e riparto.
Eppur si muove, il mio pensiero.
Costantemente, incessantemente.
Un moto perpetuo, come quello della terra intorno al sole.
Sono tornato qui, in parte per merito (o per colpa?) di un libro di Moravia, “La Ciociara”.
Tanto tempo fa ho visto il bel film neorealista di De Sica con Sofia Loren, ma nulla di più.
Ieri, guardando distrattamente la libreria, mi sono sentito chiamare.
Così, leggendo appassionato le vicissitudini di Cesira e Rosetta, che fuggono precipitosamente
da una Roma assediata e disperata, percossa a morte dalle bombe alleate, ad un certo punto ho
pensato che sarebbe stato bello riprendere in mano il racconto di Giuseppe
Bottini. Ti ricordi di lui o l’hai già dimenticato?
Povero Giuseppe. L’ ho lasciato solo, nel lontano 1940, in balia di
venti nefasti, a soli tre mesi dall’ingresso dell’Italia in guerra.
Tornerò a parlare di te, non temere. Hai ancora tante
cose da raccontare.
Così come ne ho io.
Sono certo, mio caro Giuseppe, che non te ne avrai e che non ti sentirai “usato” se,
narrando di te, parlerò un pò anche di me.
“L’importante, in guerra, è non mettersi contro il più
forte. Oggi sono i fascisti ad essere i più forti, e bisogna stare con i
fascisti. Domani saranno magari gli inglesi e allora ci metteremo con gli
inglesi”. (Moravia - La Ciociara)
Zoe
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