La domanda è bizzarra e, probabilmente, ai più non dirà assolutamente nulla.
Non proviene dal mio Zoe psycho, ma è la traduzione letterale del titolo di un libro, precisamente "Do androids dream of electric sheep?" scritto alla fine degli anni '60, da un tale che si chiamava Philip Kendrick Dick.
Ancora nulla, vero?
E se invece ti dicessi "Blade Runner"? Sempre nulla? No, non credo.
Magari non lo hai mai visto, ma sono certo conosci l'esistenza di un film con questo titolo accattivante, ma ben poco collegato alla domanda e al tema che sto per trattare.
Insomma, Blade Runner è il film. Bellissima pellicola, direi tra le mie top 10.
Ma il libro, o direi meglio il breve racconto, ambientato nel - pensate - 1992, è tutt'altra emozione.
Per noi si tratta di vent'anni fa, ma per lo scrittore quella data significava immaginare un futuro lontano e terribile, immediatamente successivo alla fine di una guerra nucleare.
Pensaci.
Un anno dopo la pubblicazione del libro, l'uomo metteva piede sulla luna: è così folle pensare a colonie su Marte 24 anni dopo?
Forse si, forse no.
La vicenda si svolge prevalentemente a San Francisco.
La vita animale e
vegetale sulla Terra è quasi scomparsa.
Le piogge di polvere radioattiva ricoprono tutto e portano
alla progressiva alterazione mentale e genetica degli individui.
Gli
uomini e le donne che non hanno subìto mutazioni a causa della
radioattività, non sono troppo vecchi e sono in grado di riprodursi si
sono trasferiti quasi tutti nelle colonie extramondo. Per incentivarli a
trasferirsi, una legge stabilisce che ad ogni terrestre venga assegnato un androide come servo. È però proibito ai droidi abbandonare le colonie per trasferirsi sulla Terra, pena il ritiro immediato.
Il protagonista è tal Rick Deckard (nel film Harrison Ford), un cacciatore di taglie costretto a ritirare 6 androidi fuggiti da una colonia marziana......
Deckard, tra le varie peripezie, verrà sedotto da Rachel, una
droide talmente perfetta che susciterà in lui il dubbio di quale sia il confine tra ciò
che è organico e ciò che non lo è,
ma soprattutto sul senso dell'umano: fino a che punto è umano uccidere un qualcosa che si sente vivo?
Ma il passaggio principale del racconto, secondo me, sta nell'incapacità dell'uomo del futuro di sognare e provare sentimenti umani, se non tramite strumenti artificiali. Mentre i droidi ambiscono talmente tanto al sogno che, alla fine riescono a raggiungerlo, anche se per brevi istanti.
Il 1992 è arrivato ed è bello che passato.
Nessuna guerra nucleare, niente androidi che sognano. Di colonie su Marte nemmeno l'ombra e di vita sul pianeta - nonostante gli sforzi per annientarla - ce n'è ancora a sufficienza.
Ma cosa dire o pensare su uomo e macchina?
O meglio, cosa siamo realmente oggi?
Ancora di più: siamo proprio sicuri che siamo ancora organici e con un'anima?
Oppure qualcosa o qualcuno ha l'interesse a toglierci tutto, compresa la capacità di sognare?
Quando ero piccolo, e non riuscivo a prendere sonno, mia madre mi diceva: "Conta le pecore...."
Ancora oggi, conto pecore (vere), quando non riesco ad addormentarmi e sono ancora capace di sognare.
Zoe