Lo spunto di questo post proviene da una notizia di cronaca apparentemente cretina.
Tant'è, che - non appena l'ho appresa - ho avuto una reazione di sostanziale disprezzo.
Poi ho iniziato a ragionarci su, e così eccomi qui a buttare giù qualche pensierino.
La cronaca.
Una sedicenne, che vive in un grigio paesone dell'Olanda del nord chiamato Haren, ha pensato bene di invitare un pò di coetanei alla sua festicciola di compleanno.
"Cerchiamo di movimentare questa vita monotona!" Avrà detto la slavata e lentigginosa olandesina.
Conosco un pò l'Olanda, ci sono stato tante volte, per diletto e per lavoro. E so come sono fatti i centri urbani di quelle dimensioni, conosco che tipo di vita fa la gente in quei posti.
In esrema sintesi? Tutto pulito, tutto perfetto, ma tanta pioggia e tanta noia.
Bene. Fin qui nulla di strano. Torniamo alla sedicenne che decide di organizzare la sua festa di compleanno.
Ci pensa un pò e infine arriva la "geniale" idea: diramare l'invito al mondo intero, tramite Facebook.
Più diabolica che mai, ha anche dato un nome al suo party: Project X.
Per chi non lo sapesse, Project X è il titolo di un filmaccio, che narra di una festa simil-rave, dove centinaia di teen agers si sballano per benino, si dannano e ci danno fino allo stremo. Il tutto poi, finisce in maniera un pò tragica, una sorta di rivoluzione distruttiva, che non vale la pena raccontare ora.
Lanciando questo simpatico invito a tutta la community, la piccola olandese ha generato, forse inconsapevolmente, forse no, una sorta di tsunami elettronico sulla rete.
Risultato?
Ventimila sbarbati (e non) si sono puntualmente proiettati al party, con intenzioni tutt'altro che pacifiche.
Si sono bevuti tutto l'alcool disponibile, mischiandoci magari qualcos'altro, e hanno iniziato a mettere a ferro e fuoco il sonnolento paesello. Esattamente come nel film.
Cosa voglio dire, ti chiederai.
Mi capita spesso di osservare i giovani di oggi e, altrettanto spesso, mi accorgo che probabilmente faccio gli stessi ragionamenti che facevano i miei genitori, se non i miei nonni, quando guardavano i ragazzi di allora. Quando erano spettatori di quello che faceva e diceva la mia generazione.
"I giovani d'oggi, non hanno più rispetto!"
"Hanno troppo!"
"Non hanno ideali!"
Probabilmente non dicevano cose sbagliate.
Loro venivano da un paese che si rialzava dalla guerra, in certi casi la ricordavano bene.
A sedici anni giocavano in cortile con un pallone di cuoio spelacchiato ed erano al settimo cielo se i loro genitori gli davano 1 lira per il gelato o, al massimo della generosità, gli permettevano di andare al cinema.
Non avevano la televisione.
Non avevano quasi nulla ed erano contenti se mangiavano a pranzo e cena.
Io, a sedici anni, non avevo un soldo lo stesso, ma avevo tante cose in più da fare e il pane in tavola non mancava mai.
I miei genitori baciavano il pane prima di buttarlo, e lo facevano solo se proprio non si poteva più mangiare. Io lo buttavo senza pensarci troppo.
Non si andava mai a cena fuori, ma non ho mai saltato una più che degna vacanza estiva.
Ho scampato gli anni di piombo e nemmeno ricordo la fine del sogno italiano. Loro si sono presi tutto in pieno.
A diciotto anni ebbi la prima macchina, quando mio padre dovette attendere di avere 27 anni e un lavoro per ottenerla. I miei nonni non ne hanno mai posseduta una.
Insomma, ero sicuramente molto più fortunato di loro, ma non me ne rendevo conto e persino mi lamentavo della mia "grama" condizione di vita.
Con il tempo, ho ben capito le loro perplessità, quando osservavano me e i miei coetanei.
Oggi, apprendendo la notizia della festa distruttiva organizzata dalla sedicenne olandese annoiata, mi rendo conto di aver avuto una reazione da "vecchio matusa".
La rivolta di Haren |
A diciott'anni, se volevo fare una telefonata e mi trovavo per strada, entravo in un bar, mi facevo cambiare cento lire con un gettone di rame e cercavo una cabina pubblica.
I diciottenni di oggi, hanno un i-Phone.
Possono comunicare con il mondo intero comodamente seduti da casa e possono arrivare a movimentare ventimila persone con un click.
Possono distruggere un paese intero.
Il mondo corre davvero. Ma verso dove?
Buonanotte
Zoe
Devo dire che i nostri genitori e soprattutto i nostri nonnni non potevano fare quello che fanno i ragazzi di oggi per il semplice fatto che si studiava poco e si lavorava presto. A sedici anni ci si sposava addirittura, di conseguenza, volenti o nolenti, si maturava prima. Oggi le responsabilità non se le prendono neppure i 40enni perchè l'adolescenza si è allungata fino a 20/25 anni e la giovinezza si è allungata di conseguenza. Io non credo che i giovani d'oggi siano peggiori di noi e noi fossimo peggiori dei nostri genitori. Credo soltanto che l'uomo si adatta all'ambiente e utilizza quello che ha a disposizione e la sua vita, le sue aspirazioni e i suoi gusti si modificano di conseguenza. Mi è capitato da adolescente di imbucarmi in feste di cui non conoscevo il padrone di casa e dove si stava talmente stretti da dover ballare anche sul pianerottolo e per le scale del palazzo... :-) Non nascondo una certa preoccupazione per i miei figli... ma cosa possiamo fare? Non possiamo misurare le cose in base al passato. E, devo confessarti, che l'idea del paesino olandese pieno di ragazzi, mi ha fatto sorridere. Tanto, gli ubriachi e i drogati ci sono sempre stati ovunque, addirittura me lo raccontava mia nonna!
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