Provo a spiegare perchè, in certi casi, è preferibile rimanere soli.
(Nota dell'autore. Questo post verrà etichettato sotto: Fisse e Paranoie)
"Everytime I hear that song, it means something else to me. It
started out as a simple good-bye song probably just to a girl, but I see how it
could be a goodbye to a kind of childhood. I really don't know. I think it's
sufficiently complex and universal in its imagery that it could be almost
anything you want it to be."
(Jim Morrison – Considerazioni su “The End”)
Nel 1969, a circa due anni dalla sua prematura morte, Jim
Morrison commentò in questo modo una delle più belle liriche da lui composta.
Per me, ma non pretendo affatto che tu sia d’accordo, Jim
non era solo un cantante o un musicista. Era un poeta.Per questo motivo ho parlato di liriche e non di
canzoni.
C'è un suo pensiero in particolare, che racchiude e descrive tutto il personaggio, senza necessità di commenti ulteriori.
"Se la mia poesia cerca di arrivare a qualcosa, è
liberare la gente dai modi limitati in cui vede e sente".
Questa frase la sento dentro di me, echeggiare nelle caverne della mia anima. A volte diventa come una forza potente, che preme dal basso ventre e sale verso il cuore e la testa come lava infuocata.
Credimi se ti dico che provo ogni giorno a farti toccare questa sensazione, questa emozione che tento di esprimere, con l'unico mezzo che ho: le mie parole.
Jim Morrison, nel 1970. Verso la fine. |
Oggi Jim riposa in un luogo piuttosto fuori mano che
ho visitato anni fa, il cimitero di Père Lachaise per la precisione, vicino a
Oscar Wilde, Marcel Proust, Guillaume Apollinaire e Moliere, solo per citare i
primi che mi vengono in mente. Caso curioso, ma nemmeno troppo, Morrison dorme per
sempre a pochi chilometri da Charles Baudelaire, il padre dei poeti maledetti,
le cui spoglie sono custodite nel piccolo campo santo di Montparnasse.
La tomba di Jim |
E allora torniamo alle sue parole, con cui ho aperto
questo mio dialogo con te.
Jim dice, parlando di "The End": “Ogni volta che ascolto questa canzone, mi
trasmette qualcosa di diverso....” e poi prosegue: “Penso sia sufficientemente
complessa e universale nella sua “immaginificità”, che potrebbe quasi
significare quello che hai voglia significhi”.
La traduzione che propongo non è strettamente
letterale, ma ho seguito per anni Jim Morrison, e sono sufficientemente sicuro
di averlo interpretato al meglio.
Nel testo Jim parla di un serpente e invita a
cavalcarlo.
"The End" è questo: un serpente che muta pelle. Una
canzone che assume un significato diverso ogni volta che l’ascolti e il bello è
che quel significato glielo dai tu, a seconda di come ti senti o di quello che
desideri immaginare in quel momento.
Bene, ma tutto questo pilotto introduttivo, su cui –
te lo confesso – indugerei per ore, è solo il preludio all’argomento di
stasera.
Oggi ho pensato un pò a come avrei potuto parlarti di
alcune sensazioni vissute di recente, e le parole di Jim, alla fine, mi sono
sembrate adatte, anzi.....perfette.
Sensazioni fresche insomma, che sono semplici nella
mia mente, eppure estremamente difficili da raccontare. Ma ci voglio provare.
Chissà cosa uscirà fuori...
Quindi, se per te va bene, parto con un’esperienza,
tutto sommato abbastanza banale.
L’esperienza deriva dall’utilizzo più o meno
quotidiano che faccio di internet.
Internet. Io la vedo così. |
Eh già, perchè televisione nulla, ma internet a fiumi,
sia per lavoro (uso limitatissimo da super -stringenti policy aziendali), sia
per informazione (da qualche parte devo pur vedere cosa accade nel mondo), sia
per diletto. E qui mi voglio soffermare.
Come avrai già capito, per me internet è “buona cosa”.
Non faccio quindi parte di quella folta schiera di
demonizzatori, anche se mi rendo conto che sulla rete gira di tutto e che
forse, un giorno o l’altro, tutti ci siamo un pò scottati. Vuoi per aver “contratto”
un virus micidiale che ha cremato l’hard disk in un nanosecondo, vuoi perchè si
è proceduto ad un incauto acquisto o perchè qualcuno si è inserito nella nostra vita, senza che
ne fossimo consapevoli.
Ma ha una capacità, questo dannato e, allo stesso
tempo, “immaginifico” strumento. Consente l’associazione di idee, e quindi favorisce
e sviluppa la capacità più sublime del nostro cervello: la capacità di pensare.
Ti ricordi “Cogito ergo sum”? Se la risposta è no, vallo a leggere quando hai
un pò di tempo "nullo".
Insomma, dicevo......Parti con l’idea di cercare una
cosa, e poi ne trovi un’altra.
Scopri, sogni, voli.
E immagazzini una quantità formidabile di
informazioni.
Più vai avanti, più ti appassioni e ti immergi nel
viaggio (non a caso si dice che “navighi”), più il mondo reale intorno a te si
dissolve, fino quasi a scomparire.
Scarichi una canzone che ti piace.
Poi passi su Facebook per aggiornare il tuo profilo,
con informazioni su di te che avevi dimenticato di comunicare a mezzo mondo.
Ti piace un libro. Wow il prezzo è conveniente!
Prendi la carta di credito e lo compri.
Fatto! Transazione eseguita con successo!
Fatto! Transazione eseguita con successo!
Ehi, che bel sito!
Che faccio? Oh, beh...dai...si, mi registro.
Che faccio? Oh, beh...dai...si, mi registro.
Uhm...Ma perchè vuole sapere delle mie abitudini sessuali?
Mah....lascio vuoto, non scrivo nulla, tanto non è un campo obbligatorio.
Mi chiede la mail....stavolta lascio quella del lavoro, almeno la leggo di sicuro.
E via, via, via....via così....
Mi chiede la mail....stavolta lascio quella del lavoro, almeno la leggo di sicuro.
E via, via, via....via così....
Le ore passano, sempre più veloci, come le immagini e
le parole che acquisisci.
I tuoi neuroni si muovono sempre più freneticamente, come
solerti operai che trasportano materiali di varia natura, colore e dimensione nei
magazzini della tua mente.
Miliardi di bit, un infinità di cookies e file temporanei,
si depositano come polvere, insudiciando la memoria del tuo personal computer che, sempre
più affaticato e appesantito, inizia a rallentare.
Guardi l’orologio, e ti accorgi che hai navigato per
circa due ore, quasi inconsapevole.
Cazz....chiudiamo, ho gli occhi che bruciano.
E cerchi così di prendere sonno, a fatica, perchè ci vorrà un pò prima di far rilassare quella fabbrica che hai messo in moto nel tuo povero cervello.
Senti che stai per cedere a Morfeo, convinto che tutto quello che hai fatto su internet stasera, "potrebbe quasi significare quello che hai voglia significhi"....
Alla fine ti addormenti. Un sorriso ebete si dipinge sul tuo viso.
Ma, a tua insaputa, qualcun'altro sta cercando di completare il suo lavoro.
Cazz....chiudiamo, ho gli occhi che bruciano.
E cerchi così di prendere sonno, a fatica, perchè ci vorrà un pò prima di far rilassare quella fabbrica che hai messo in moto nel tuo povero cervello.
Senti che stai per cedere a Morfeo, convinto che tutto quello che hai fatto su internet stasera, "potrebbe quasi significare quello che hai voglia significhi"....
Alla fine ti addormenti. Un sorriso ebete si dipinge sul tuo viso.
Ma, a tua insaputa, qualcun'altro sta cercando di completare il suo lavoro.
In quel lasso di tempo, mentre navigavi tutto felice, completamente a vista e probabilmente senza meta, qualcuno o qualcosa che non
conosci e di cui non ti sei accorto, ti ha tracciato, osservato.
Qualcuno ti ha seguito...... |
Ha rubato frammenti di te.
Ti ha controllato.
Ti ha controllato.
Seguito.
Il giorno dopo, torni al lavoro e apri la posta
personale, mentre ti togli una caccola dall'occhio destro e sorseggi un caffè bollente.
Tra gli altri, trovi un messaggio dall’oggetto curioso, provieniente
da un tal David Hoelberg.
Pensi sia un collega dalla capogruppo statunitense e, senza
pensarci troppo, apri il memo e anche l’allegato.
In un millisecondo, osservando le orrende foto che si riproducono senza che tu riesca a fermarle, ti rendi conto che l’altra sera non eri affatto solo e che
“It started out as a simple good-bye song probably just to a girl, but I
see how it could be a goodbye to a kind of childhood”
This is the end, my only friend, the end
Of our elaborate plans, the end
Of everything that stands, the end
No safety or surprise, the end
I'll never look into your eyes
Again
Zoe Kipling
Ora ti riconosco^^
RispondiEliminasei un sola.......ma questo pezzo (e non parlo della canzone) merita......
RispondiElimina"Ehi, che bel sito!
RispondiEliminaChe faccio? Oh, beh...dai...si, mi registro.
Uhm...Ma perchè vuole sapere delle mie abitudini sessuali?"
Uah uah uah...
Bro, te possino...
E' sempre un gran piacere leggerti...
Anche quando ti fingi ingenuotto...ed entrambi sappiamo bene che non lo sei!
Io cmq Père Lachaise l'ho trovato unico e oscuramente affascinante non avevo l'impressione di trovarmi dentro un cimitero.
Certo andrò sicuramente contro corrente, ma non riesco a vedere il genio in qualcuno che, benchè scriva cose fantastiche e da poeta, alla fine si auto distrugge. A parte questo, dovrò parlarti perchè non riesco a capire dove volevi arrivare. Forse non capisco per il mio scarsissimo inglese, o forse perchè mi sono bruciata tutte le cellule celebrali attive... :-) Chi sarebbe David Hoelberg? O_o
RispondiEliminaCondivido, cara Ombrapiccola, la storia non era facile e - come ho detto in partenza - era proprio arduo per me spiegare esattamente il mio pensiero. Il principio però è sempre lo stesso: esattamente come Jim, provo a liberare prima me stesso (e poi chi mi legge) dal modo abituale in cui vedo e sento le cose. Ovviamente, non ho la pretesa di essere un genio, ma piuttosto la speranza di farti viaggiare e coinvolgerti. Per trovare la soluzione alle tue domande, rileggi i primi pensieri e poi torna sulla breve storia del personaggio che crede di fare delle cose e invece, involontariamente, ne compie altre, manipolato da un qualcosa o un qualcuno che lo controlla e sovrasta.... forse ogni giorno?....ma ne riparleremo. Intanto, grazie per esserci sempre....
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