Nell’ormai lontano 2003, spinto da formidabili
pressioni, decisi di iniziare la ricerca di una casa editrice che potesse
pubblicare un mio modesto scritto.
Lo reputavo un romanzetto di poche pretese, anche se
ero consapevole di averci messo tutto me stesso. Ma alcuni cari amici e persino
la mia ex moglie non erano assolutamente dello stesso parere. E quindi, fu così
che, incoraggiato e sostenuto da uno sparuto pubblico di estimatori, poco meno
di dieci anni fa, iniziai quella che si rivelò presto una faticosa avventura.
Iniziai scaricando tutto il database di case editrici
operanti in Italia, per avere un quadro completo, e subito rimasi sorpreso dal
considerevole numero di aziende, di tutte le dimensioni, che avevano scelto di
calcare il campo dell’editoria.
Ritenendo il mio romanzetto un testo con evidenti
influssi cyberpunk, quindi un pochino
(ma giusto un pochino....) di nicchia, scartai da subito le case più blasonate e
iniziai a selezionare solo quegli editori potenzialmente interessati al genere.
Raccolti quindi una trentina di nominativi giudicati
interessanti, iniziai a spedire il manoscritto in ogni dove.
Forse non molti sanno che in Italia non esiste un vero
e proprio diritto di autore. Non lo sapevo nemmeno io, in realtà.
Nel Bel Paese, infatti, puoi brevettare un’opera dell’ingegno
con una certa facilità.
Ma se scrivi qualcosa, l’unica cosa che puoi fare per
tutelarti – e quindi far sì che nessuno se ne appropri indebitamente – è registrarti
alla SIAE, il tutto per pochi spicci.
Pochi quattrini, poca garanzia, purtroppo.
Se invece hai la fortuna di fare un contratto di editing e poi pubblichi, allora
scatta il tanto agognato copyright. Solo da quel momento nessuno ti può più
copiare.
In ogni caso, documentandomi su internet, compresi che
tra le case editrici esiste un codice di buona condotta non scritto ma, a
quanto pare, rispettato. In sintesi, nessuno si appropria del tuo testo, se poi
decide di non pubblicarlo.
Insomma, per farla breve, dopo poco tempo inizio ad essere
contattato da alcuni sedicenti editori, a cui avevo inviato la missiva carica di
speranze.
Puoi immaginare l’emozione che ho provato la prima volta.
Purtroppo di brevissima durata.
Dopo pochi minuti, infatti, il millantato editore-mecenate
si rivelava per quello che era realmente: una sorta di tipografia specializzata,
che si offriva di stampare il libro, totalmente a mie spese, comprensive di un
margine per lui, naturalmente. Sapevo di questo pericolo ma, fino a quando non
mi ci sono trovato di fronte, non l’avevo considerato.
Dopo almeno altri tre, forse quattro, contatti di
simil bassa fattura, e quando ormai era passato del tempo e con esso ogni
speranza, ricevetti una telefonata diversa.
La casa editrice questa volta aveva una rassicurante
voce femminile e si qualificò da subito come medio-piccola. Dopo un breve
colloquio, in cui non uscì alcun discorso economico, mi fu proposto di
incontrare l’editore in persona.
Accettai incuriosito, anche perchè il nome della casa
mi era ben noto, a differenza delle altre cui avevo improvvidamente mandato il
manoscritto.
Ci fu un lungo negoziato sulle condizioni economiche,
ma alla fine la proposta mi piacque. Soprattutto mi piacquero le persone.
E così, dopo circa un anno di revisioni e di editing,
prese vita il mio piccolo romanzo di circa centotrenta pagine.
Fu un emozione immensa, credimi, trovare il mio
romanzo sugli scaffali di mostri sacri come Feltrinelli e Mondadori.
Chiedere ad un libraio, solo per gioco:”Avete un certo
qual libro?” e magari sentirsi rispondere di no, ma che si poteva serenamente
ordinare, che era in catalogo.....
Vedere una decina di siti che propongono il tuo
piccolo mostriciattolo in vendita.
E infine.........
Eccomi di nuovo qui, solo per dirti che....
Ho ascoltato le mie voci, quella volta.
Voci che mi dicevano di osare e di non avere paura.
Quelle voci che troppo spesso ammutolisco o al cui
richiamo sono sordo.
E tu?
Quante volte hai dato veramente ascolto alle tue voci?
Quante volte ti sei detto che sarebbe stato più giusto,
che sarebbe stato meglio....?
Voices, I hear voices
in my head the voice is waiting
waiting for me to set it free
in my head the voice is waiting
waiting for me to set it free
I locked it inside my imagination
but I'm the one
who's got the combination
but I'm the one
who's got the combination
Some people didn't like
what the voice did say so
what the voice did say so
I took the voice and I locked it away
I got the key, I got the key.....
(Voices - Russ Ballard)
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