Zoe ha gli occhi aperti sul mondo

Zoe ha gli occhi aperti sul mondo

giovedì 19 gennaio 2012

SCARPE

Le scarpe raccontano storie, a volte raccontano tutto.


Oggi ero partito con l’idea di non scrivere nulla.
Dopo una notte travagliata con mia figlia malata e poche ore di sonno all’attivo, l’unico pensiero che avevo, mentre terminavo le mie faccende in ufficio, era quello di andare di corsa verso casa, mangiare un tozzo di pane e poi infilarmi diritto sotto il piumone, senza passare dal via. Leggasi: senza lavarmi i denti, senza svestirmi e senza nemmeno fare la pipì. Anzi no, quella la faccio, altrimenti mi alzo di notte e sai che palle! A 43 anni la prostata va trattata bene e già io la stresso abbastanza!
Poi, però, ci sono stati due eventi che mi hanno fatto cambiare idea e così ecco qui un’altra delle mie storielle vere.
Prima però ti volevo dire.......ma lo sai cosa ho notato? Nei libri che ho scritto, parlo di un mondo che non c’è e che forse verrà. Quasi sempre i personaggi dei miei scritti sono appena tratteggiati e prendono ispirazione da persone realmente esistenti. Ma le vicende, gli scenari, tutto il resto insomma, è pura fantasia....geniale e psicopatica, come dice qualcuno dei pochi temerari che ha avuto la pazienza di leggere i miei due piccoli romanzi, o almeno uno di essi.
Invece qui, in totale tranquillità, sento di raccontare la realtà e piano piano lasciarmi scoprire.
Lasciarmi scoprire....che paura mi fa questa cosa, vedremo fino a che punto arriverò, spero lontano, o magari domani è già finita. E, chissà, forse contemporaneamente mi scoprirò anche io, un pizzico in più.

Se queste ultime due frasi che ho scritto ti sembrano banali, lo comprendo bene. Per me invece sono un'enormità, un sacrificio immane che però, per la prima volta in vita mia, sento di fare, magari in tua compagnia.

Insomma ti dicevo di due eventi. Giudica tu se meritavano di essere raccontati, sei sempre tu il padrone qui dentro.


Il primo.
Una semplice pausa caffè, che non ti racconterò per filo e per segno. Non serve.
Quello che voglio, è farti chiudere gli occhi. Prova ora a pensare ad una donna seduta di fronte a te. Il suo viso ricorda il periodo liberty, precisamente francese.


Penso sempre che mi sarebbe piaciuto vivere negli anni venti.

Il taglio di capelli, la raffinatezza dei lineamenti, soprattutto del naso e delle labbra. La sua carnagione è chiarissima, il suo sguardo non si distoglie mai.
Chissà se lei si accorge che quando parliamo indugio incuriosito sui lineamenti del suo volto. Non per bramosia, assolutamente, lo ammetterei tranquillamente, ma perchè le forme di quel viso evocano sempre qualcosa di lontano, di elegante e a volte persino di già vissuto.
Ci eravamo visti per parlare due minuti di questo blog. Invece abbiamo parlato di altro. Sono andato via con il dubbio che alla fine nessuno dei due sia rimasto soddisfatto della chiacchierata. Meno male. L'insoddisfazione sarà il pretesto per parlare ancora.

Fine.

Il secondo.
Termino la cena e sono maledettamente stanco, sento che gli occhi si chiudono.

Un messaggio non letto sul telefonino.
Un’amica mi chiede di richiamare. 

Vedo anche una precedente telefonata che evidentemente non ho sentito. 
Non lo fa mai.
Penso al peggio.
La chiamo subito.

Anche qui i dettagli sono inutili.

Sono disgraziatamente triste

Chiamo un'altra persona perchè non ce la faccio da solo a portare il peso di quello che ho sentito. E ora siamo in due a portare il fardello.

Sono qui seduto con lo sguardo nel vuoto e penso che non capirò mai fino in fondo le lacrime e il  dolore della mia amica.
Biasimo quelli che mi dicono “ti capisco”, pur non avendo mai vissuto la medesima situazione. 

Però, a volte, non si sa cosa dire e quel “ti capisco” esce fuori, involontario in certi casi, sempre inopportuno e sconveniente.

No. Non ce la faccio a capirla, non fino in fondo almeno, ma sono certo che avrà fiducia in me.
E questa è l’unica cosa che conta.
Fine.


“Quando incontro per la prima volta una persona, una delle cose che da subito guardo, per capire chi ho di fronte, è le scarpe che indossa. Le scarpe raccontano storie, a volte raccontano tutto”
(Conte Giancarlo Gaetani d’Aragona – Amico scomparso nel 2007)



Zoe Kipling
Ci sono persone a cui piacciono anche questo genere di scarpe. Il mondo è bello perchè vario.....
 

Dedico questa storia a chi ama le scarpe, pure quelle bruttine.

Dedico i miei pensieri a chi ama i tacchi e il rumore che fanno quando cammini
Dedico pure a colei che semplicemente adora l’oggetto glam, perchè si sente dannatamente super –fashion ogniqualvolta lo indossa.....
Ma, soprattutto, dedico queste parole a chi sa ascoltare le mille storie che le scarpe hanno da raccontare.

5 commenti:

  1. Dannatamente mia!!!!!!!!

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  2. Ah dimenticavo.....Io ti dedico un pensiero ogni qual volta una scarpa mi racconterà.....

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  3. Ho sempre pensato che le scarpe raccontano... soprattutto per le donne. Aimè evidentemente ho poco da raccontare visto che nel corso degli anni il mio stile è cambiato ben poco, evidentemente la mia femminilità si trova sotto le suole O_o
    L'ho subito capito caro Zoe che hai paura di farti scoprire, non ti affannare a nasconderti, tanto chi ti vuole bene ti scopre lo stesso! Ombra

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