Zoe ha gli occhi aperti sul mondo

Zoe ha gli occhi aperti sul mondo

domenica 23 dicembre 2012

DICEMBRE

Ciao.

E' passato quasi un anno dal primo post, scritto durante un periodo di malattia, fermo a casa, febbre da cavallo, voglia di scrivere, comunicare in qualche modo i pensieri che affollavano la mia testa calda.

La fine del mondo non è arrivata e siamo tutti più tranquilli.

Un'altro anno sta per finire e la costante è sempre la stessa.
Voglia di guardarsi indietro per un attimo e fare una sorta di bilancio.

Via con i pensieri allora.

Dicembre è il mese in cui sono nato, in cui mi sono laureato e persino sposato.
Dicembre è il mese che ha la notte più lunga e il giorno più  breve dell'anno.
Ma che luce può esserci, in quelle giornate fredde spazzate dal vento di tramontana che taglia la testa.
Se solo si ha voglia di vederlo, il colore del cielo non ha eguali, in Dicembre.

Dicembre significa Natale.
Dicembre significa che mia figlia avrà un anno in più.
Oggi, guardandola giocare, pensavo che sta diventando grande.
Non ancora così grande, però.
E' ancora sincero il suo sorriso e profondo il suo pianto.

Dicembre è il mese che amo di più.

Zoe

La luce in Dicembre


mercoledì 31 ottobre 2012

STRETTO ALL'ANGOLO


Questa sera non so nemmeno da dove e se cominciare.
Ma qualcosa devo fare e  quindi inizio, pur sapendo in principio che non so come finirà il mio discorso.
E' già successo....dirai....

Questo post è dedicato ad a chiunque abbia una profonda sofferenza dell'anima e non ha nessuno che sappia veramente come stargli vicino.

Lunedì scorso entrando in ufficio, osservo il gruppo con cui lavoro e vedo subito facce strane. 
Ho poche qualità, ma una che mi riconosco è quella di intuire immediatamente che c'è qualcosa che non va.
Dai volti, dai toni della voce, banalmente.....dall'aria che respiro.
La cosa mi ha sempre aiutato a fare il mio lavoro di manager ma,  soprattutto, a stabilire una relazione che va al di là del semplice rapporto professionale. Non parlo di amicizia, perchè non è ammissibile, almeno finchè sussite un rapporto gerarchico. Parlo della capacità di andare un pò oltre.....
Diversi anni fa, un formatore a cui devo molto, mi disse che non avrei mai fatto bene il mio mestiere se non mi fossi realmente interessato alle persone che avevo di fronte. Sia che fossero clienti, sia che fossero collaboratori.
Riconobbi subito che quelle parole, pronunciate con il sorriso da un elegante signore di mezza età e qualche anno in più, mi appartenevano profondamente e che non avrei fatto alcuna fatica a seguire quel consiglio, che poi era una lezione di vita. 
Fu la svolta per me e da quel momento decisi che il modo migliore per fare il "capo" e persino il venditore professionista, fosse semplicemente.....essere me stesso.

Per anni ho vissuto la condizione ideale di chi - per lavorare - non fa altro che seguire i propri valori e mostrarsi per come è. Sorrido pensando che riesco benissimo in questo sul lavoro e invece fatico un pò nella vita privata.  Forse perchè alla fine, sul lavoro, si va a fondo quel tanto che basta. La vita privata è assai più complicata!

Insomma, che devo dire.....ammetto che fare il manager di persone in questo modo è stato dispendioso in misura formidabile, ma altrettanto formidabili sono state le soddisfazioni e le cose che ho imparato dalla gente.

Tornando a Lunedì, un evento, di cui non parlerò, ha fatto vacillare profondamente la casa confortevole che pensavo di aver costruito. 
Fossero state vere le parole delle persone che in passato mi ammonivano e tentavano di disilludermi?
"Non ti far coinvolgere troppo dalle persone " disse una volta un mio capo "Le persone sono belle, ma hanno anche un grande difetto: pensano!!".

Se ricordo ancora oggi quelle parole apparentemente assurde, è perchè non provenivano da un pazzo, ma da una persona molto più esperta di me. Mi sono chiesto tante volte cosa volessero realmente significare e fino a Lunedì non mi ero dato una risposta. 

Ora è finalmente arrivata, quella risposta.
E' vero.
Le persone pensano, e di questo non avevo mai dubitato. Ma i loro pensieri non sono controllabili, nemmeno da loro stessi. 
Soprattutto, se espressi al culmine di una grande sofferenza interiore, ti possono travolgere come un'onda anomala e senza alcun preavviso.

Ma nulla mi farà ricredere o disilludere, non abbiate dubbio. 
Perchè sono certo che non c'è altra via, se non quella di interessarsi realmente agli altri. Chi interpreta in altro modo, fa un'esperienza arida. Sicuramente senza dolori come questo che sto vivendo, ma anche senza gioie e......semplicemente senza vita.

Zoe




domenica 28 ottobre 2012

VIVERE SENZA.....FACEBOOK


Ebbene si!!!!

Ma perchè lo hai fatto?
E ora?
Ce la farai?

Queste sono solo alcune delle domande che ho ricevuto da una settimana a questa parte, ovvero da quando ho deciso di togliermi da facebook.
Più che le domande, mi hanno sorpreso gli sguardi di chi me le poneva: tra lo sbalordito, il compassionevole e il perplesso.

Che roba strana questi social media.


In questi giorni, ho pensato che non ho sentito la mancanza di postare, taggare e sbirciare nella vita altrui. Anzi, proprio questo voyerismo indiscriminato è stata la prima causa del mio felice e consapevole allontanamento.
Navigando su Faccialibro, mi sono trovato più volte a curiosare nella vita di altri e chissà quanti hanno fatto lo stesso con me. 

Chissà perchè, a chi più, a chi meno, ci piace "guardare".....
E poi, condividere momenti difficili, tristi, felici, banali, con una moltitudine di esseri umani, il tutto senza mai alzare il telefono per sentirli, o uscire per salutarli di persona.....protetti dietro un  video, chiusi nelle nostre stanzette o stanzoni, a fantasticare di ciò che potrebbe essere e invece non è.

Vedo un'intera umanità che volge verso il contatto virtuale. 
Al lavoro, vedo gente che per comunicare manda una mail al collega che si trova seduto alla scrivania di fronte, e che prima di capirsi, ne scambia almeno venti, spesso incazzandosi. Se si fossero alzati ed avvicinati a quella scrivania per parlare a voce, avrebbero perso meno tempo e probabilmente avrebbero conosciuto meglio un'altra persona.
Forse esagero, ma vedo sempre meno giovani che si radunano vicino ad un semplice muretto, sempre meno sguardi che si incrociano camminando per strada, sempre meno sorrisi. Tante facce incazzate.

Erano mesi che sentivo mio cugino di Genova solo tramite chat, mentre prima si alzava la cornetta e ci si salutava ascoltando la viva voce.

Facebook allontana, non avvicina, anche se apparentemente sembriamo tutti collegati e uniti in un'immensa gioiosa comunità.

Va bene, ora basta così per questa sera, giungiamo al termine. Riattiviamo temporaneamente il mio account su faccialibro e pubblichiamo questo post sconclusionato.  Altrimenti, probabilmente, nessuno mi leggerà......

Zoe



sabato 13 ottobre 2012

CHI E' QUELLA PERSONA ALLO SPECCHIO?


E' la domanda che mi pongo ogni mattina, da un pò di tempo a questa parte.

Mi sveglio alle 6.45, praticamente tutti i giorni, che si lavori o no.
Entro in bagno e vedo un uomo.
Chi è quella persona allo specchio?
La domanda arriva, e non trova una risposta.
 
Esco di casa intorno alle 8.00, prendo la macchina, affronto circa quaranta minuti di traffico, entro in ufficio.
Riflesso di spalle (Magritte)
Libero tutte le energie che posso, e poi, verso le 18.00-18.30 di nuovo dentro la mia auto.
Intorno alle 19.30, dopo altro traffico e una decina di giri per trovare parcheggio, rientro a casa.

Ogni giorno, vedo mia figlia correre verso di me. 
E' la gioia più grande. 
Sempre.
Tende la manina e mi porta in salone, devo vedere cosa ha preparato per me questa volta. 
Oggi c'è una torta, o almeno così crede lei.
"Tanti auguri!"
Questo mi ha detto ieri.

Prima di andare a letto, torno a guardarmi allo specchio.

Di nuovo la domanda, che ancora non trova risposta.

Mi addormento, pensando alla torta immaginaria che mia figlia ha preparato per quell'uomo allo specchio.
Io non ho risposta, ma lei sembra avercela.
E' certa di quello che vede.

Tanti auguri, papà.


Zoe


domenica 7 ottobre 2012

ESSERE QUELLO CHE SI VUOLE



Bada bene.
Ho detto ESSERE  e non FARE. 
Non che fare quello che ci piace, sempre e comunque, sia impresa facile.
Ma essere quello che si vuole, quando si vuole, è cosa ancora più impegnativa, quasi ai limiti dell'impossibile.

Quasi.....

Diversi anni fa, mi trovavo a Napoli per lavoro.
Quella volta, decisi di prendere il treno. Non stavo bene, e non me la sentivo proprio di viaggiare in macchina.
Arrivato alla stazione centrale del capoluogo campano, dunque, trovai fuori ad aspettarmi un mio agente. 
Dopo i rapidi convenevoli, ci dirigiamo verso la sua vettura, disturbati da questuanti vari.
Lancio un rapido sguardo verso il parcheggio, e noto subito che sarà arduo uscire. Infatti, l'auto del mio agente è letteralmente incastrata da almeno altre quattro. Ma lui non sembra curarsene. Sale a bordo e mi invita a fare lo stesso.
"E adesso come usciamo?" Gli chiedo

"Non ti preoccupare c'è il parcheggiatore".

In pochi attimi, un tipo smilzo e vestito alla bell'e meglio, ci libera la via.
Il mio agente, abbassa il finestrino e molla 1 euro.

"Grazie Signo'!" Risponde il macilento figuro, mostrando una fila di denti neri e bucati.
 Dopo un secondo di silenzio, mentre la macchina imbocca un lungo viale trafficatissimo, domando "Ma quello era veramente un parcheggiatore?"
"Eh, che ti devo dire....?" 
Un sospiro 
"Oggi è un parcheggiatore. Domani.....chissà? Tanto, qui a Napoli, ognuno è quello che vuole essere!"

Da quel giorno, ho capito che si può fare. 
Si può essere quello che si vuole.
Basta andare a vivere a Napoli......


Zoe

giovedì 4 ottobre 2012

REMEMBERING DAYS AND NIGHTS SPENT WITH YOU


Post brevissimo, questa sera.

Sono tante le cose che non possiamo controllare o che possiamo governare solo in parte.
Una di queste è pensare. 
O meglio, non possiamo impedire che alcuni pensieri si affaccino nella nostra mente.

La notte, poi, le difese si abbassano e fa irruzione tutto ciò che abbiamo tenuto faticosamente a bada con l'aiuto della luce del giorno. 
Fantasmi
Fantasmi. 
Capita anche a te?

Il pensiero sta convergendo verso un periodo ben preciso della mia vita, anzi, verso episodi.
Attimi.

L'ora è tarda.
Ci sono due amici seduti fuori ad un pub che si chiama Clifton.
Qualche sedia e tavolini arrangiati come capita.
Conversazioni con amici, conoscenti e completi sconosciuti.
I due amici hanno bevuto un pò, ma è tutto ok.
Reggono bene e lo sanno.
Sanno anche che è tempo dell'ultimo "shottino".
I due si lanciano uno sguardo complice e fanno ingresso per l'ultima volta nel locale.
Irrompono, facendo sbattere le porte di legno di quello che sembra per loro un Western Saloon.

"Vive la vie, vive la guerre, vive la vie du legionnaire!"
Il super alcolico ordinato al banco scorre tutto d'un fiato.

E poi, di nuovo fuori all'aria e alle stelle, per fumare l'ultima sigaretta della serata, soddisfatti e compiaciuti.
Un senso di completezza li pervade.

Questo è.
Questo è quello che oggi non trovo più.

Zoe
 
 


domenica 23 settembre 2012

TANGO DELLA GELOSIA


Come sempre scrivo a chiunque abbia voglia di leggermi e di solito non dedico, l'ho fatto raramente.
Questa volta però è diverso e quindi dedico questo breve post a due simpatici  (e tanto amati) amichetti, che - da un pò di tempo - se la spassano con innocenza a Castelverde, un'amena località alle porte di Roma.
Anzi, faccio di meglio.
Gli dedico qualche strofa di una  vecchia canzone di Vasco.


Non è la gelosia!
perché la gelosia
è solo questo!
perché la gelosia!
non è nient'altro!
Niente che colpa mia!
perché senz'altro!
SENZ'ALTRO CHE SEI MIA!
e di chi Altro! 


Ma non andare via! 




I più si chiederanno, a ragione, il perchè di questa "dotta citazione".
Un pò lungo da spiegare adesso e forse nemmeno tanto interessante.

Interessante è, invece, spiegare perchè reputo la GELOSIA  un cattivo sentimento, che proprio non mi appartiene.
La Gelosia è sinonimo di insicurezza verso il prossimo. 
La Gelosia genera malevoli pensieri e rabbia.
La Gelosia ha scatenato delitti e persino guerre.
La Gelosia è irrazionalità allo stato puro, che di solito non conduce a nulla di buono.
 
E' proprio come dice Vasco. 
E' la paura che l'altro vada via, di perdere qualcuno che si reputa proprio, quasi come se fosse un oggetto.
E' timore di non occupare il primo posto nel cuore dell'altro.
Ma, a conti fatti, non è nient'altro che colpa mia. 

Il resto è una follia!
come un fantasma!
il resto è colpa mia!
Colpa mia e basta! 



Ci sarebbe ancora tanto da dire, ma l'orologio dice che il post volge al termine. 

Però, non posso fare a meno di lanciare l'ultima riflessione verso i miei amici.

Più che GELOSO, non è che vorrei stare un pò lì con voi....?
Insomma....non è che, semplicemente, mi mancate? ;-)

Buonanotte amici miei, vi voglio un mondo di bene.

Zoe











sabato 22 settembre 2012

PROJECT X - CRONACHE DAL MONDO



Lo spunto di questo post proviene da una notizia di cronaca apparentemente cretina. 
Tant'è, che - non  appena l'ho appresa - ho avuto una reazione di sostanziale disprezzo.
Poi ho iniziato a ragionarci su, e così eccomi qui a buttare giù qualche pensierino.
La cronaca.
Una sedicenne, che vive in un grigio paesone dell'Olanda del nord chiamato Haren, ha pensato bene di invitare un pò di coetanei alla sua festicciola di compleanno. 
"Cerchiamo di movimentare questa vita monotona!" Avrà detto la slavata e lentigginosa olandesina.
Conosco un pò l'Olanda, ci sono stato tante volte, per diletto e per lavoro. E so come sono fatti i centri urbani di quelle dimensioni, conosco che tipo di vita fa la gente in quei posti. 
In esrema sintesi? Tutto pulito, tutto perfetto, ma tanta pioggia e tanta noia.

Bene. Fin qui nulla di strano. Torniamo alla sedicenne che decide di organizzare la sua festa di compleanno.
Ci pensa un pò e infine arriva la "geniale" idea: diramare l'invito al mondo intero, tramite Facebook. 
Più diabolica che mai, ha anche dato un nome al suo party: Project X. 
Per chi non lo sapesse, Project X è il titolo di un filmaccio, che narra di una festa simil-rave, dove centinaia di teen agers si sballano per benino, si dannano e ci danno fino allo stremo. Il tutto poi, finisce in maniera un pò tragica, una sorta di rivoluzione distruttiva, che non vale la pena raccontare ora.

Lanciando questo simpatico invito a tutta la community, la piccola olandese ha generato, forse inconsapevolmente, forse no, una sorta di tsunami elettronico sulla rete. 
Risultato? 
Ventimila sbarbati (e non) si sono puntualmente proiettati al party, con intenzioni tutt'altro che pacifiche.
Si sono bevuti tutto l'alcool disponibile, mischiandoci magari qualcos'altro, e hanno iniziato a mettere a ferro e fuoco il sonnolento paesello. Esattamente come nel film.

Cosa voglio dire, ti chiederai.

Mi capita spesso di osservare i giovani di oggi e, altrettanto spesso, mi accorgo che probabilmente faccio gli stessi ragionamenti che facevano i miei genitori, se non i miei nonni, quando guardavano i ragazzi di allora. Quando erano spettatori di quello che faceva e diceva la mia generazione.
"I giovani d'oggi, non hanno più rispetto!"
"Hanno troppo!"
"Non hanno ideali!"

Probabilmente non dicevano cose sbagliate.
Loro venivano da un paese che si rialzava dalla guerra, in certi casi la ricordavano bene.
A sedici anni giocavano in cortile con un pallone di cuoio spelacchiato ed erano al settimo cielo se i loro genitori gli davano 1 lira per il gelato o, al massimo della generosità, gli permettevano di andare al cinema.
Non avevano la televisione.
Non avevano quasi nulla ed erano contenti se mangiavano a pranzo e cena.

Io, a sedici anni, non avevo un soldo lo stesso, ma avevo tante cose in più da fare e il pane in tavola non mancava mai. 
I miei genitori baciavano il pane prima di buttarlo, e lo facevano solo se proprio non si poteva più mangiare. Io lo buttavo senza pensarci troppo.
Non si andava mai a cena fuori, ma non ho mai saltato una più che degna vacanza estiva. 
Ho scampato gli anni di piombo e nemmeno ricordo la fine del sogno italiano. Loro si sono presi tutto in pieno.
A diciotto anni ebbi la prima macchina, quando mio padre dovette attendere di avere 27 anni e un lavoro per ottenerla. I miei nonni non ne hanno mai posseduta una.
Insomma, ero sicuramente molto più fortunato di loro, ma non me ne rendevo conto e persino mi lamentavo della mia "grama" condizione di vita. 
Con il tempo, ho ben capito le loro perplessità, quando osservavano me e i miei coetanei.

Oggi, apprendendo la notizia della festa distruttiva organizzata dalla sedicenne olandese annoiata, mi rendo conto di aver avuto una reazione da "vecchio matusa".
La rivolta di Haren
Però c'è poco da fare.
A diciott'anni, se volevo fare una telefonata e mi trovavo per strada, entravo in un bar, mi facevo cambiare cento lire con un gettone di rame e cercavo una cabina pubblica.
I diciottenni di oggi, hanno un i-Phone. 
Possono comunicare con il mondo intero comodamente seduti da casa e possono arrivare a movimentare ventimila persone con un click.
Possono distruggere un paese intero.

Il mondo corre davvero. Ma verso dove?

Buonanotte 
Zoe
 




lunedì 17 settembre 2012

SPREZZATURA


 
Che sarei tornato a scrivere sul blog, ne ero certo. 
Non ero altrettanto sicuro di quando sarei tornato.
Sinceramente la vedevo più lunga, questa pausa e, contemporaneamente...... 

Via, la faccio breve: sono di nuovo on line. 
Non so se è una scelta definitiva, ma ora ci sono e voglio vivere l'attimo.

Il fatto curioso è che il rientro in scena è ispirato - esattamente come otto mesi fa - da un articolo letto su Vanity Fair, settimanale che i più immaginano come un giornaletto frivolo e modaiolo. 
Certo, Vanity Fair è anche questo. Ma, e lo dice il titolo stesso, che voglio tradurre come "Una Vanità Discreta", Vanity è anche una pubblicazione densa di articoli che vanno semplicemente......oltre. 

Oltre cosa? 

Di per sé, usare il prefisso oltre già basterebbe, direbbe un caro amico, ma a te, che forse non conosci il singolare personaggio, voglio dare qualche indizio in più.
Oltre è qui inteso come andare al di là, sorpassare il limite. Del senso comune, del perbenismo, del pensiero di massa e soprattutto..... delle regole. 
Non le leggi, non i valori, ma le stramaledette, infinite, eppure (alcune) a volte utili, regole.

Vanity è una rivista che conosce molto bene le regole, non solo quelle della stampa e della comunicazione (in questo è un gigante), ma soprattutto quelle che governano il mondo.
Di solito le osserva, ma sa anche quando trasgredirle e, soprattutto, non fa mai nessun calcolo, o almeno a me non sembra lo faccia. In una parola, Vanity ha la "sprezzatura".

E che roba è, questa "sprezzatura"? 

Lo apprendo anche io, per la prima volta, dall'articolo ispiratore di questi pensieri. Ignorante come pochi, questo Zoe!!

Insomma....parrebbe che nessuno abbia saputo raccontare meglio di Baldassarre Castiglione, questo apparentemente astruso concetto: ne parlò nel suo Cortegiano, uno scritto che, ai principi del 1500, fu un vero e proprio best seller. 
Diamine, non si finisce mai di imparare.....! Questo Baldassarre, fino a ieri, per me non era altro che il nome di una viuzza situata a Roma, a pochi metri dai luoghi ove sono nato e invece.....

Ed ecco quindi che, ad un certo punto dell'opera, il nostro "beneamato" scrittore tardo rinascimentale giunge a descrivere il concetto di sprezzatura:
"Fuggir quanto si può, la affettazione; e, per dir forse una nova parola, usar in ogni cosa una certa sprezzatura, che nasconde l'arte e dimostri ciò che si fa e si dice, venir fatto senza fatica e quasi senza pensarvi".

Fare o dire qualcosa senza fatica e quasi senza pensarvi.....
Non ti sembra una cosa immensa?
A me si, tanto.

Esserci, ma non esserci. 

Immagina.....
Sei nel mezzo di un party. Una vera baraonda. 
Caldo, musica a palla che non ti piace, puzza di sudore.
Volti sudati, occhi sudati, voci sudate.
Occupi a fatica un angolo nascosto e semi buio. 
Osservi la scena con fare distratto, pensando che in fondo anche quel guardare distaccato ti diverte. 
Ad un certo punto, senza che tu lo voglia (affatto!!!), qualcuno ti nota.

Conosci cosa deve essere fatto e cosa no, e sai quando è il caso di rompere le regole e quando, invece, è preferibile osservarle.
Soprattutto, sai benissimo quali possono essere le conseguenze della tua trasgressione, ma - non facendo calcoli - parti e vai, contando solo su di te.
Hai persino uno stile, anche se - soprattutto quando hai fatto troppo tardi la sera prima - ti sembra sempre di mettere la prima cosa che capita.
Non ostenti, e quelle poche volte che lo fai, non ti piaci affatto e non accetti il motivo che ti ha portato a farlo. Ma ogni tanto la strada chiede di mostrare i muscoli..... e tu lo fai, vero amico mio?


Prima di leggere queste righe di Vanity, non mi ero mai reso conto di aver inconsciamente teso per tutta la vita verso questo modello. E di non averlo raggiunto, toccato, se non in momenti molto brevi. 
Ma sono certo che è il mio modello. 
Lo so bene, anche se molte volte ne sono rimasto lontano, troppe volte. 
Perchè in me vince spesso la parte che "deve essere" e quasi mai quella "che è". A volte senza perdite, a volte lasciando sul campo morti e feriti.
Dipende.....

Che lotta infinita,  quella tra "essere" e "dover essere", vero?


Che goduria però, tutte quelle volte che mi sono ritrovato ai lati estremi di un affollato buffet, quasi nascosto, sornione, con un calice di vino rosso in mano, mentre la massa si affannava per agguantare l'ultimo tramezzino rimasto.

Colmo di sprezzatura.

Zoe



Gelasio Gaetani d'Aragona scrittore e produttore di Brunello di Montalcino. Un uomo che "nuota" nella sprezzatura.






lunedì 10 settembre 2012

DESERTO



Niente da fare, lo devo accettare.
Mestamente......
Al rientro dalle vacanze il mio cervello scoppietta, e va subito in panne.
E allora, piuttosto che scrivere cose a metà, o tanto per occupare il tempo, mi prendo una pausa.
Non so quanto sarà lunga, forse poco, forse tanto.
Per ora è meglio salutarsi, amico mio.
Sperando di incontrarti ancora.

Il blog di Zoe chiude per un pò.
Buonanotte

Zoe

domenica 9 settembre 2012

MESSAGE IN A BOTTLE



Oggi, nel mezzo di strani e scomposti pensieri rivolti verso una persona, mi è entrata in testa una canzone dei Police.

Che bel gruppo, i Police. Iniziarono a suonare nel '77, ma sono certo che se adesso ti capitasse di ascoltare un loro pezzo, probabilmente non li troveresti affatto fuori tempo, perchè la loro musica sta vincendo il tempo. 
I gruppi rock che sono riusciti in questo piccolo miracolo avevano sempre una caratteristica in comune: il loro leader era un genio.
Roger Waters, Peter Gabriel, Jim Morrison, John Lennon, Ozzy Osbourne.....
I Police avevano Sting.

Rewind.

Message in a bottle apre così:
Just a castaway
An island lost at sea
Another lonely day
With no one here but me
More loneliness
Than any man could bear
Rescue me before I fall into despair 


.....Nessuno a parte me,
Più solitudine di quanto un uomo possa sopportare
Trovatemi, prima che io cada in disperazione

Lancia il tuo messaggio nella bottiglia, amico mio.
Lanciane quanti più puoi.
Lancia il tuo SOS al mondo.

Qualcuno lo raccoglierà

 Zoe


sabato 8 settembre 2012

RICORDARE UN SOGNO




Tanti, tanti anni fa, Zoe lesse un libro sui sogni.
In verità, ne lesse solo pochi frammenti. 

Si trovava in una modesta e cupa biblioteca pubblica, situata al centro di una insipida e grigia cittadina di provincia.
Doveva incontrare una persona, ma era in larghissimo anticipo.
Pioveva da ore. Una pioggia sottilissima che quasi non bagnava. E poi freddo, di quello che penetra insidiosamente nelle ossa.

Zoe stava curiosando da quasi un'ora, muovendosi tra gli scaffali polverosi. Le opere erano ordinate con poca cura, anzi, erano posizionate senza alcuna logica. Questa incuria, di per sè, rendeva difficile qualunque ricerca. 
Ma a Zoe era sempre piaciuto trattenersi e indugiare in un luogo pieno di carta rilegata da maneggiare in assoluta libertà.
La bibliotecaria, una vecchina ricurva e rugosa, era l'unica presenza umana oltre lui.
Durante tutto il tempo in cui Zoe sostò nei locali, l'anziana donna non si avvicinò mai e questo non gli dispiacque affatto. 
Zoe prese molti libri. Li toccò, li sfogliò, lesse quà e la senza seguire alcun criterio. 
Ogni tanto, qualche libro, aprendosi, emanò un forte odore di carta umida, che a lui piaceva moltissimo.
Ad un certo punto, per puro caso, si trovò tra le mani un libercolo stropicciato di poche pagine. Si intitolava "Ricordare un sogno".
Incuriosito, iniziò a zompettare da una pagina all'altra, leggendo velocemente alcuni passi. Finchè non arrivò quello giusto.
Diceva: "I sogni svaniscono al risveglio e il tutto accade nell'arco di pochi secondi. Trattenere un sogno è possibile, è solo una questione di abilità che si acquisisce con l'esercizio quotidiano. Non appena sveglio, immediato deve essere il tuo impegno e volontà di conservare quello che ha generato il tuo vero IO. Allenamento, concentrazione e costanza, sono gli ingredienti necessari a ricordare e conservare per sempre un sogno".
Lesse e rilesse quel breve pensiero.

Alla fine, Zoe chiuse il piccolo libricino e lo ripose nel sudicio scaffale. Poi uscì dalla biblioteca lanciando un'occhiata distratta in direzione della vecchina che, inaspettatamente, per un solo istante, incrociò il suo sguardo e abbozzò un sorriso ironico.

Camminando per le vie deserte della città, avvertì una sensazione strana, si sentì quasi turbato.
Non ci aveva mai pensato ma, in vita sua, non aveva mai ricordato un sogno.

Buonanotte
Zoe



SULL' AMICIZIA



Ragazzi, che argomentone, anzi.....che pesante macigno!

Stai sereno.
Lungi dallo scrivere un trattato - e bada che potrei farlo! - mi abbandono solamente a qualche breve, scomposta, ma terribilmente libera riflessione.
Solo poche righe, vista l'ora tarda.

Dichiaro ufficialmente di avere una concezione e un'idea dell'amicizia che non ha mai trovato nè trova moltitudini di sostenitori.
Sosterrò sempre che l'amicizia è sinonimo di libertà.
Libertà di espressione, di cambiare idea, di parlare senza remore o timori.

Stare bene e non desiderare mai di essere altrove.

Non faccio quello che non sento.
Non agisco perchè "va fatto".

Per un amico, posso donare anche la mia vita.

Dedico questo piccolo post alla persona che è uscita dalla mia casa pochi minuti fa.
Ha giocato teneramente con mia figlia e, parlando, mi ha aperto il suo cuore.
E pensare che il primo giorno che lo vidi, non riuscii a percepire nulla di buono in lui.
Molti non vedono nulla di buono.
Io invece vedo un mondo da scoprire.

Buonanotte 
Zoe


venerdì 7 settembre 2012

SECRETS AND LIES



Segreti e bugie......

Ancora una volta rubo il titolo di un film, di una canzone o di un libro.
Carenza di fantasia, diresti tu. Probabilmente a ragione.

Non cerco scuse ma credimi: e' difficilissimo, dare il titolo ad un testo, o a un romanzo, insomma uno scritto.
A volte penso che i libri dovrebbero uscire senza titolo, lasciando al lettore il compito di dare un nome a quello che hanno letto. 
Però, ......sai che casino? Pensa alle biblioteche ordinate per titolo (poche) o per tema, argomento (molte).
"Scusi, signor bibliotecario, voglio il trattato di economia di Eddy Breakinballs"
"Ne ha scritti venti, gentile signore e .....tutti senza titolo"
.....vallo a trovare quello che ti interessa,vai!

Vabbè, dopo tutte queste stupidaggini di apertura, torniamo al titolo che, per prima cosa, non può essere troppo distante dal contenuto del testo scritto immediatamente dopo. Il che significa avere piuttosto chiara la storia che si vuole raccontare. 
Il titolo di solito nasce all'ultimo, soprattutto quando si ha solo una vaga idea di quello che si vuole comunicare al mondo.
Poi, mentre si scrive un romanzo, o almeno questo è quello che è capitato a me quando ho deciso di cimentarmi nell'avventura, il percorso iniziale subisce diverse mutazioni. Si curva, ci si ferma, poi si riparte, zig-zag isterici......si torna persino indietro. Ma i titoli dei due romanzi che ho scritto, li ho decisi all'inizio e non l'ho più cambiati.

Segreti e Bugie, tornate qui!

Segreti.....chi non ne ha?
Sorrido quando mi capita di confessare un segreto e dico la fatidica frase: "Ti devo dire un segreto, però non lo devi dire a nessuno".....che buffo che sono....e cosa pretendo? Che il confessore non lo dica almeno alla moglie, o a un suo amico altrettanto fidato? Del resto, un segreto cessa di essere tale quando lo divulghi.

I segreti hanno una vita molto breve e di solito, passando di mano in mano, assumono forme e contenuti diversi, bizzarri, a volte anche pericolosi.

E Bugie.....chi non le ha mai dette?
Mi viene da ridere quando sento persone pronunciare l'altra fatidica frase: "Quelle che ho detto sono state solo a fin di bene....."
Ma che cosa assurda, dire il falso non ha sfumature. E' falso e basta.

E se per non confessare un segreto sono costretto a dire una bugia? Non ad un chicchessia, ma ad una persona che nutre fiducia in me o ad un amico?
Che macello!

Segreti e bugie, roba difficile. 
E con quale razza di argomenti sono tornato sul blog dopo tanto tempo.....

Chiudo allora con uno stralcio (bellissimo) di un breve testo intitolato "Mastro del Cuore", che ho letto poco prima di scrivere questo post. E' tratto dal blog Writing Addiction: una perla la cui luce nasconde ogni segreto e bugia.

Tutto può succedere. Tutto può essere stravolto e rivalutato. Anche certe difese possono cadere. Sciogliersi. Fluire nel sentiero dove l'energia si rigenera mentre ravviva ogni cellula che incontra.

E, infine, un pezzetto di una canzone.....queste parole qui sopra lo hanno evocato.
Il mio sogno e` un mare acido
E dimmi se non e` reale
Il giorno traveste di luce ogni cosa vivente,
Ma non toglie la paura dei fantasmi!

(Apapaia - Litfiba)


mercoledì 1 agosto 2012

D'AGOSTO MOGLIE MIA NON TI CONOSCO


Con questo antico proverbio popolare, che consigliava ai mariti di non "strafare" nel periodo più caldo dell'estate, Zoe si congeda temporaneamente, per godersi un meritato (??) periodo di ferie. 

Ci rivedremo a Settembre o forse un pochino prima, chissà.....ma non mi dimenticare, perchè io non mi dimenticherò di te e ti penserò ogni giorno.
Sono stati  mesi densi di emozioni, di vario genere, alcune delle quali ho cercato di condividere con te meglio che potevo. 
E sono stati mesi non facili, soprattutto sul fronte lavorativo.
Ma, a pensarci bene, ogni anno,  nel momento in cui lo vivi, sembra sempre il più duro o il più difficile. Poi viene immancabilmente superato da quello successivo. 

Riflettevo sul fatto che, specialmente nel corso dell'ultimo ventennio, siamo continuamente sollecitati e invitati a gestire cambiamenti, in misura sempre più accentuata, quasi con frenesia.
Non parlo solo del mondo del lavoro che, per forza di cose, subisce i cambiamenti dell'ambiente esterno, del mercato, delle leggi.
Parlo delle nostre abitudini e della cura che rivolgiamo a noi stessi.

Il cambiamento spaventa. 
L'essere umano non ama il cambiamento. 
Avete mai provato a cambiare le abitudini di un bambino piccolo, tipo farlo andare a dormire ad un'ora diversa dalla solita? 
Sono sicuro che qualunque genitore risponderebbe la stessa cosa: UN DISASTRO!
Un bambino piccolo è l'estratto puro dell'essere umano e non ha schermi difensivi, che si acquisiscono in futuro e solo con l'esperienza. Nutre una profonda avversione per tutto ciò che muta le sue abitudini e rompe i suoi fragili equilibri.
Poi, il bimbo piano piano cresce e infine diventa adulto. 
L'odio per il mutamento rimane, ma il più delle volte l'esperienza lo aiuta a sopportare e gestire il senso di disagio e di sofferenza. Quando fallisce e perde il controllo, invece, ecco apparire di nuovo il DISASTRO.

Una frase che dico spesso è: "Nella vita abbiamo due sole totali certezze. La prima è che un giorno moriremo. La seconda è che le cose cambiano".
E' una visione minimalista? Forse, ma è quello che penso con un certo livello di convinzione.

Concludo la riflessione, perchè il discorso sarebbe lungo e magari meriterebbe un contradditorio, una discussione a due vie. 
Però, non voglio terminare senza puntare un dito. Di solito non lo faccio, ma, visto il tema, perchè non cambiare approccio?
Punto il dito su tutti noi, che assistiamo sempre più inermi alle molteplici e rapidissime mutazioni, subendone gli effetti e perdendo, ogni giorno di più, la possibilità di essere protagonisti del nostro avvenire.
Il mondo, inteso come sistema globale, sta andando ad una velocità che l'uomo non può più sostenere. Sentiamo sempre più forte la sensazione di essere in ritardo rispetto a qualcuno o qualcosa. 
I nostri equilibri si rompono di continuo e molte volte non lo percepiamo.
Però il nostro corpo e la nostra anima se ne accorgono eccome, lanciano segnali di allarme, che spesso nemmeno ascoltiamo, tanto siamo occupati a correre e ad affannarci.

Il sistema sta andando ad una velocità insostenibile per la macchina umana.
Peccato solo che il piede sull'acceleratore lo abbiamo messo proprio noi e spingiamo sempre più forte.

E' Agosto, chissà se non è giunto il momento di dare ascolto all'antico proverbio che ha dato il titolo a questo post.

Buone Vacanze

Zoe











lunedì 23 luglio 2012

GRAZIE PER L'INVITO.....


Questo post nasce per caso, come del resto la maggioranza di quelli che ho pubblicato in questi 6 mesi da blogger in erba...... 
A pensarci bene, l'intero blog è nato fortuitamente, durante una settimana di stop lavorativo causato da un micidiale febbrone da cavallo.
Chissà se ricordi.....ma in fondo non ha grande importanza.

Già questo pomeriggio, pensavo di scrivere qualcosa sulle arti marziali, dopo aver ascoltato il mio nuovo capo che raccontava della sua esperienza con il karate e della sua volontà di riprendere a settembre.
La sensazione di compiutezza che si prova sotto la doccia a fine allenamento.....

La definitiva sicurezza di voler affrontare questo tema, è arrivata non appena ho ricevuto un messaggio da parte del mio Maestro di Tae Kwon Do, che mi invitava per la tradizionale pizza di fine anno sportivo.
So per certo che questo invito è stato "spintaneo", e so anche chi ha spinto, mosso dalle migliori intenzioni.....

Il Tae Kwon Do ha rappresentato molto per me, anche se per un breve periodo, durato poco meno di 3 anni. In particolare, dal 2005 al 2007, l'arte dei calci e pugni in volo (questa la traduzione letterale delle tre parole coreane) ha accompagnato uno dei momenti più complessi della mia esistenza. Ma anche uno dei più belli ed intensi.
Poi mi sono progressivamente allontanato, fino ad abbandonare quello che non reputo uno sport, bensì l'esperienza atletica più completa e coinvolgente che abbia mai vissuto.

Per praticare un'arte marziale, ci vuole disciplina, concentrazione, carattere e costanza. 
Non è un fotomontaggio, ma l'arte dei calci e pugni in volo.
Non si consegue alcun risultato se manca anche solo uno di questi pilastri. 
E a me sono mancati tutti, ad un certo punto.
I disperati tentativi di ricominciare, sono stati di breve durata e persino frustranti. 

Non accetterò questo invito così cordiale e benevolo. 
Vedrei persone e sorrisi, sentirei discorsi, che mi ricorderebbero solo quello che avrei potuto fare e che non ho fatto. 
Non parlo dei risultati come atleta, ma dello stile di vita che non ho più seguito.
Un pò dura da mandare giù come pizza, indigesta anche per uno stomaco resistente come il mio.

Caro Maestro, grazie per l'invito, ma non ci sarò.

Zoe


martedì 17 luglio 2012

TI SEI DECISO FINALMENTE!



Eccomi di nuovo qui. 
Ti sono mancato?
Non è necessario che tu risponda alla domanda, ma confesso che mi piace molto l'idea che le mie parole possano farti compagnia e, di conseguenza, che tu abbia avvertito la mia assenza.

Mi ero proposto di scrivere qualcosa già ieri sera, ma avevo troppe idee e l'abbondanza, alla fine, si è tramutata in carestia.
Ma è veramente inutile scrivere, se la sconfinata terra della mente è arida.

Di massima, però, l'intenzione era quella di raccontare un episodio accaduto durante la passata settimana di vacanza, descrivere un fenomeno.

Pensa e ripensa,  alla fine ho stabilito che c'è stato un evento che meritava di essere narrato, al di sopra di ogni altra cosa.

Dopo 18 mesi dalla sua nascita, mi sono reso conto che, per la prima volta, ho vissuto pienamente mia figlia.
'Fare il suo papà', a pieni giri. 
Il premio, il dono anzi, è stato il suo amore. 
Perchè i bambini sono amore puro, senza limiti e incondizionato.

Certe volte il suo sguardo è sembrato dirmi: 'Ehi, ti sei deciso finalmente!'

Zoe


sabato 7 luglio 2012

UNA ROTONDA SUL MARE


Questa sera, un post breve e facile facile.
Giusto per salutarti.
Mi prendo una settimana di vacanza e faccio rotta verso l'adriatico, Senigallia per l'esattezza. 

Ho scoperto questo luogo cinque anni fa un pò per lavoro, un pò per diletto.
Più di tutto mi colpì il fatto che la famosa "Rotonda sul mare", quella cantata da Fred Buongusto, era proprio qui. Chissà per quale motivo la immaginavo in romagna.
Senigallia on my mind insomma.....
 
Sono passati più di dodici anni dall'ultima volta in cui ho preso un periodo di ferie in un mese diverso da Agosto. 
Gli impegni di lavoro mi avevano sempre impedito di uscire dalla gabbia e dal periodo dell'anno che da sempre rappresenta le ferie, almeno per noi italiani. 
Con tutti i suoi svantaggi: prezzi alle stelle, spiagge e locali sempre affollati, file e, verso la fine del mese, persino qualche pioggia. 
Assurdo andare in vacanza ad Agosto, vero? Eppure ci si va e pure in molti.

Questa settimana di pausa casca bene, ero particolarmente stanco, di tante cose.
Nella testa e nel fisico.

Ok, non mi dilungo oltre, ci rivediamo lunedì 16.
Sicuramente avrò qualcosa da raccontare.
 

Una rotonda sul mare, il nostro disco che suona
vedo gli amici ballare, ma tu non sei qui con me 

Zoe


La Rotonda sul mare di Senigallia

giovedì 5 luglio 2012

SUPERNOVA


Quante volte ti è capitato di sentirti come una sorta di massa esplosiva di energia compressa?
A me succede abbastanza spesso.
Passo parte del mio tempo a controllare questa energia e a cercare di ricondurla verso una direzione positiva.
Non mi dilungo nel descrivere cosa accadrebbe (o è già accaduto) quando fallisco e perdo il controllo.
Magari in un prossimo post, chi lo sa?
Mentre scrivo, non so perchè, mi viene in testa di paragonare questo stato d'animo al fenomeno della supernova, un evento formidabile che identifica un'esplosione stellare estremamente energetica. In pratica, lo stadio finale dell'evoluzione di alcuni tipi di stelle.

Stasera ero a cena con un collega che - lentamente - sta diventando una sorta di amico e con il quale mi trovo, sempre più spesso, a condividere pensieri e idee che vanno ben oltre la semplice professione.
Desidero riportare una sua frase, che mi sembra chiarire bene sia il concetto di "avere le giuste coordinate", espresso senza particolari approfondimenti nel post precedente, sia il concetto di energia esplosiva compressa.
"Nei momenti più difficili accumuliamo energia pronta a liberarsi. Fa la differenza colui che riesce a dominare questa energia e, conservando la lucidità, è capace di guidarla verso la giusta direzione. Reggere saldamente il timone nel mezzo del mare in tempesta: questo è importante".
Non sono le esatte parole magari, ma il concetto è questo.

Una supernova può liberare una luce più intensa di quella di un'intera galassia.
Così come può trasformarsi in un buco nero.
Nel nulla cosmico che tutto attrae ed inghiotte.

Buonanotte

Zoe






martedì 3 luglio 2012

COORDINATE

Il post di questa sera è dedicato a tutti coloro che, come me, tentano instancabilmente di mantenere una rotta, una direzione. 
Per raggiungere l'isola, quell'isola. 
Quel posto di cui solo noi conosciamo l'esistenza e del quale abbiamo ricordi ancestrali.
Anche se non ci siamo stati mai in senso fisico.
Per tenere la rotta, ci vogliono le giuste coordinate e non è facile trovarle, averle tra le mani.

Giunto a questo punto, c'è un pensiero non mio che voglio riportare e condividere con te.

Siamo un mondo così complesso di esperienze, emozioni e storie, che è davvero difficile comprendersi se non ci passano alcune coordinate.

Buon viaggio
Zoe


 

venerdì 22 giugno 2012

MA GLI ANDROIDI SOGNANO PECORE ELETTRICHE?


La domanda è bizzarra e, probabilmente, ai più non dirà assolutamente nulla.
Non proviene dal mio Zoe psycho, ma è la traduzione letterale del titolo di un libro, precisamente "Do androids dream of electric sheep?" scritto alla fine degli anni '60, da un tale che si chiamava Philip Kendrick Dick.
Ancora nulla, vero?
E se invece ti dicessi "Blade Runner"? Sempre nulla? No, non credo. 
Magari non lo hai mai visto, ma sono certo conosci l'esistenza di un film con questo titolo accattivante, ma ben poco collegato alla domanda e al tema che sto per trattare.

Insomma, Blade Runner è il film. Bellissima pellicola, direi tra le mie top 10.
Ma il libro, o direi meglio il breve racconto, ambientato nel - pensate - 1992, è tutt'altra emozione. 
Per noi si tratta di vent'anni fa, ma per lo scrittore quella data significava immaginare un futuro lontano e terribile, immediatamente successivo alla fine di una guerra nucleare. 
Pensaci. 
Un anno dopo la pubblicazione del libro, l'uomo metteva piede sulla luna: è così  folle pensare a colonie su Marte 24 anni dopo?
Forse si, forse no.

La vicenda si svolge prevalentemente a San Francisco. 
La vita animale e vegetale sulla Terra è quasi scomparsa. 
Le piogge di polvere radioattiva ricoprono tutto e portano alla progressiva alterazione mentale e genetica degli individui. 
Gli uomini e le donne che non hanno subìto mutazioni a causa della radioattività, non sono troppo vecchi e sono in grado di riprodursi si sono trasferiti quasi tutti nelle colonie extramondo. Per incentivarli a trasferirsi, una legge stabilisce che ad ogni terrestre venga assegnato un androide come servo. È però proibito ai droidi abbandonare le colonie per trasferirsi sulla Terra, pena il ritiro immediato.
Il protagonista è tal Rick Deckard (nel film Harrison Ford), un cacciatore di taglie costretto a ritirare 6 androidi fuggiti da una colonia marziana......
Deckard, tra le varie peripezie, verrà sedotto da Rachel, una droide talmente perfetta che susciterà in lui il dubbio di quale sia il confine tra ciò che è organico e ciò che non lo è, ma soprattutto sul senso dell'umano: fino a che punto è umano uccidere un qualcosa che si sente vivo?

Ma il passaggio principale del racconto, secondo me, sta nell'incapacità dell'uomo del futuro di sognare e provare sentimenti umani, se non tramite strumenti artificiali. Mentre i droidi ambiscono talmente tanto al sogno che, alla fine riescono a raggiungerlo, anche se per brevi istanti.

Il 1992 è arrivato ed è bello che passato.
Nessuna guerra nucleare, niente androidi che sognano. Di colonie su Marte nemmeno l'ombra e di vita sul pianeta - nonostante gli sforzi per annientarla - ce n'è ancora a sufficienza.
Ma cosa dire o pensare su uomo e macchina?
O meglio, cosa siamo realmente oggi? 
Ancora di più: siamo proprio sicuri che siamo ancora organici e con un'anima?
Oppure qualcosa o qualcuno ha l'interesse a toglierci tutto, compresa la capacità di sognare?

Quando ero piccolo, e non riuscivo a prendere sonno, mia madre mi diceva: "Conta le pecore...."
 
Ancora oggi, conto pecore (vere), quando non riesco ad addormentarmi e sono ancora capace di sognare.

Zoe










domenica 17 giugno 2012

PAZZA IDEA


La pazza idea di scrivere questo post, è nata pochi istanti fa, a seguito della lettura dell'unico commento lasciato in calce all'ultimo articolo, "Onde Corte".
Articolo....uhhmmmmmm.....
Vabbè, diamogli questo nome immeritato e passiamo oltre. 
Stasera, fremo più di altre volte dal desiderio di spaziare e non ho tempo - nè voglia - di soffermarmi a declinare un termine più appropriato.

Parto "de capoccia" e, tanto per iniziare, per scaldarmi insomma, dico una cosa, relativa al commento di cui sopra:
"Ma cosa ti ha fatto pensare che io avessi voglia di smettere di scrivere sul blog???" 

Si, si, è vero. Di tanto in tanto l'ispirazione cala, il fuoco quasi si spegne, ma poi....
E.....sono qui, ancora una volta, seduto di fronte al pc, silenzio di tomba, mentre le fanciulle dormono....
Pronto come non mai a raccontare di me, di quello che vedo, che sento, che provo.....
A volte - quasi sempre - è difficile rappresentare, qualcosa che ha un livello di formidabile astrattezza, come può essere il proprio pensiero.
Per la verità, spesso mi sembra di fallire, del tutto o in parte.
Ci sono mille ostacoli, che si frappongono tra ciò che veramente mi passa per la testa e quanto riesco effettivamente a comunicare.
Il muro più imponente e arduo da superare è quello che chiamo "Zoe Benpensante".
Ogni volta che affronto un argomento che reputo delicato, nel senso che potrebbe permettere a qualcuno (addirittura chiunque) di entrare nel mio intimo, ho la tremenda tentazione di fermarmi.
Quando l'ho fatto, quando ha vinto lo "Zoe Benpensante", è stato proprio un gran peccato. Ma penso, anzi spero, sia accaduto poche, pochissime volte.
Io so perfettamente quali sono i post dove Zoe non c'è, o non è presente del tutto. 
E probabilmente lo sai anche tu.

Pazza idea, insomma.

Mentre scrivo "Pazza idea", risuona nel mio cervello la voce di Patty Pravo.
Il testo della canzone lo ricordo a frammenti, a malapena. Vado quindi a cercarlo su internet e, leggendolo, mi sorprendo a canticchiare il motivo tra me e me.

Ti propongo un particolare pezzo del testo, che assolutamente non ricordavo (ma perchè? come ho fatto a dimenticarlo????):

Pazza idea, io che sorrido a lui
sognando di stare a piangere con te.
Folle, folle, folle idea sentirti mio
se io chiudo gli occhi vedo te. 


Ebbene si.
Passi le tue giornate sorridendo a chi non ami, ma in realtà sogni di soffrire e piangere.
Sogni di farlo con chi ami, ogni volta, tutte le stramaledette volte che chiudi gli occhi. 


Per stasera è tutto. 
 
Zoe